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Solitudine. L’ex ospedale psichiatrico di Volterra

20,00 

Claudia e Francesco condividono questo viaggio, con modestia e devozione si addentrano nello spazio carico di dolore, incontrando passato e presente, e al termine ricambiano il privilegio della loro esperienza offrendoci in dono le proprie emozioni.

Poesia e fotografia diventano una cosa sola, parole e immagini comunicano tra loro creando un intreccio di reciproca ispirazione e dialogo, si abbandonano al luogo e si lasciano attraversare da altre identità: è l’incontro con la sofferenza di chi fu ricoverato, con l’arte di chi riuscì a trovare uno spazio di libertà, con altri visitatori che più recentemente si sono avvicendati e hanno lasciato traccia creativa della loro presenza.

Descrizione

Ancora una volta è stata varcata la soglia del luogo della memoria, prima che il bosco lo divori con le sue verdi spire, prima che tutto diventi una montagna di rovine.

Per i fruitori di quest’opera, non si tratta solo di un incontro con la creatività altrui, ma di un’occasione di partecipazione attiva, che non può esprimersi dal fare i conti con le conoscenze e i valori personali, custoditi all’interno della complessità della vita; tutto questo ha il potere di generare un confronto tra prospettive diverse, che in un certo senso promettono il completamento dell’opera stessa.

Lo scorrere delle immagini e delle parole è un cammino che procede a passi lievi, sopra le foglie e i sassi dei grandi cortili, sopra i frammenti e la polvere dei vecchi pavimenti incrinati.

Il silenzio avvolgente parla, il passato si respira nell’aria, si insinua tra i rami degli alberi, nelle stanze con i muri ammuffiti e sgretolati, tra gli infissi scardinati caduti a terra o accatastati alle pareti. Dentro e fuori, oggetti abbandonati ricompongono il triste arredamento, e in’emozionante timidezza, ci invitano ad immaginare scene di vita che furono.

Mentre l’architettura perde a poco a poco l’originaria imponenza, la natura si fa spazio, avvicinandosi sempre di più alle mura stanche e alle inferriate arrugginite adorne di vetri rotti e rampicanti, per infiltrarsi dentro le fessure, per impadronirsi anche dell’interno.

L’intervento poetico pare contenersi, come per dar spazio alla “profondità dell’ascolto del luogo” e si manifesta lieve, con la sua dolcezza musicale di sottofondo, nell’immediatezza di un attimo, dove emozioni e ricordi si rappresentano nella loro essenza empatica, fino a dare voce a chi ha vissuto in prima persona l’asprezza di quei giorni.

Informazioni aggiuntive

Peso 0,375 kg
Dimensioni 24 × 24 × 0,5 cm

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