Descrizione
‘CARTOLINE DALL’ISOLA D’ELBA. Sessanta anni di immagini (1900-1960)‘ un’idea veramente originale di Alessandro Canestrelli: rivisitare l’Isola d’Elba attraverso cartoline illustrate degli anni 1900-1960.
Certo, per chi visita oggi l’isola quelle cartoline possono sembrare anacronistiche, fuori del tempo, eppure guardandole bene ci si rende conto di quanto poco siano cambiati i piccoli paesi dove ancora si respira l’aria di una società rurale non ancora inquinata dal turismo e dove la schiettezza del carattere elbano si manifesta ancora attraverso la smeplicità delle immagini.
Ben diversa appare la situazione dei centri più grandi raggiunti dal turismo di massa o del capoluogo, Portoferraio che è ormai divenuta una città bene organizzata, ricca di bei negozi e con un porto che d’estate brulica di panfili, di barche da diporto, di traghetti e navi di tutte le nazionalità.
Se ci fermiamo a vedere le cartoline panoramiche ci rendiamo conto di come l’isola non sia molto cambiata: i paesaggi sono rimasti pressochè identici forse c’è oggi qualche casa in più, ma il mare di una purezza eccezionale, le colline verdi, i possenti forti medicei e spagnoli che dominano l’ingresso ai porti, le minieere a cielo aperto sono ancora là a testimoniare l’amore e il rispetto degli elbani per la loro terra.
Da oltre trent’anni io trascorro l’estate all’isola e in particolare nei pressi di Capoliveri. Una scelta fatta prima di tutto per motivi di netura sentimentale ma anche perché là posso veramente riposare dalle fatiche di un anno di lavorocircondato da una natura meravigliosa incontaminata non intaccata dalla cosiddetta civiltà e dal progresso.
Il motivo sentimentale va ricercato nel fatto che mia moglie, Lia Luperini, era nata a Capoliveri, suo padre Ezio era stato il Sindaco del apese per molti anni e sua madre Nelly Corcos ne era stata per quarant’anni la maestra.
Vedere attraverso le cartoline raccolte da Canestrelli quei paesi e quei paesaggi così come li ho visti io stesso fin dagli anni cinquanta, quando cominciai ad andarvi d’estate, è stato per me motivo di viva commozione e perchè no? anche di nostalgia.
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