Descrizione
Ladri dell’anima è un titolo appropriato.
Da sempre si è creduto che fotografare una persona sia un po’ come coglierne l’essenza in un attimo, rubare quell’attimo e consegnarlo al dopo, ad una storia a cui sembrava non appartenere nella sua singolarità.
Il libro Fotografi in Valdera dal 1860 al 1966 si muove in questa atmosfera e con questa complice intenzione. Restituire un mondo d’immagini resuscitando foto di un passato remoto o recente e tentare di interpretare l’immagine di un mondo, il gusto e il costume di un’epoca e dei suoi protagonisti più o meno consapevoli.
L’espediente è stato quello di documentare il lavoro svolto dai fotografi che hanno aperto il loro laboratori a Pontedera nel corso di un secolo, attraverso dagherrotipi, le fotografie che il professor Mario Lupi, cultore di storia locale e amante dell’arte della fotografia, ha rintracciato con un certosino lavoro di ricerca durato circa dieci anni.
Mario Lupi non è nuovo a queste imprese: ha pubblicato anche un volume di fotografie dal titolo “Pontedera: una città che cresce“. Lo sguardo rivolto alla memoria, alla sua ricostruzione talora faticosa e l’obiettivo puntato al futuro. così deve essere. Questo strabismo virtuoso dei fotografi, ladri dell’anima ci aiuta a comprendere, senza rimuoverlo, il nostro passato e a domandarci quale domani sortiremo, oscuro o lieto.
Scorrendo alla rinfusa questo inventario iconico si delinea la Pontedera del lavoro e così si riscoprono gli impiegati del catasto di Pontedera in pantaloni alla zuava con gli strumenti da lavoro, l’antico mestiere dei funai, il cordificio F.lli Marconcini…
E poi la cronaca di una tragedia annunciata. Dai giornali: il 18 febbraio 1940 il generale Terreni parlerà ai giovani fascisti sul tema “prepararsi alla guerra totale”. Corsi e ricorsi della storia! Giugno 1940 gli altoparlanti in Piazza Cavour annunciano la dichiarazione di guerra fra l’entusiasmo generale.