Descrizione
Pietro s’innamora presto della scultura, osservando il lavoro di un vecchio scalpellino, tanto bravo quanto scorbutico. Nel clima della decadente bottega artigiana, i discorsi sono rari, ma gli esempi magistrali e il giovane apprende l’arte con gli occhi e con le mani.
Dal maestro riceve anche un precoce velo di misantropia, che si dissolverà quasi del tutto con la frequenza dell’Accademia di Belle Arti. Firenze dà al giovane provinciale una sorta di rifinitura e Pietro diventa bravo e anche famoso come scalpello ermetico, ma l’inquietudine non lo abbandona, al punto che si mette in testa di scolpire la musica! Scopre Brancusi e il suo Atelier parigino, reinterpreta Michelangelo e tormenta la sua amica Micaela con l’esplorazione di parentele, reali e ipotetiche, fra l’arte solida della scultura e quella eterea della musica: accordi e raccordi, antropometria degli strumenti, geometria come musica solidificata e via ipotizzando. Si meraviglierà del “legno che suona” e sarà tentato di abbandonare il bianco marmo statuario della sua città, ammaliato da due gemelle suadenti.
Il tormento sarà lungo, almeno fino a una svolta decisiva, che forse renderà plausibile la sua utopia.
La storia si svolge fra Carrara, Firenze, Parigi, la Val di Fiemme e nei pressi di quel rifugio montano di cui si narra in un precedente romanzo dell’autore.