Descrizione
Conoscere l’alfabeto di una lingua non vuol dire saper scrivere e parlare correttamente quella lingua, lo stesso vale per l’Arte del karatedo.
Conoscere alcuni kata, praticare in qualche modo i bunkai e il kumite non vuol dire essere “esperti di karatedo”.
L’Arte non è fatta solo di tecnica; semmai, quest’ultima, è solo un “mezzo” che ci permette di esercitarci con essa: l’artista vero è un gerofante in grado di forgiare il suo Essere per mezzo dell’Arte che ostinatamente cerca di padroneggiare.
Nonostante l’Arte Marziale sia corporea e tangibile, essa possiede la forza dirompente di una “scelta di vita ineriore”, di un cammino (michi) che coinvolge tutto il nostro “Essere”: per il karateka il fine ultimo è raggiungere un prorpio equilibrio interiore e fare in modo che l’Arte sia a disposizione dell’artista e non all’opposto.
Per l’artista il fine ultimo non è l’opera, il vero risultato il praticante lo trova solo in se stesso; ciò che si può vedere, misurare e ammirare è solamente il frutto concretizzato della sua fatica: la vera Arte risiede dentro chi l’ha creata.