Descrizione
Stefano Bianchi rappresenta una delle voci maggiormente interessanti di un panorama vernacolo che, dopo la scomparsa dei “giganti” che hanno dominato la scena letteraria pisana negli ultimi quarant’anni, non rappresenta ancora delle linee di sviluppo definite al punto da consentirci di pronosticare il futuro.
L’opera di Bianchi si inserisce quindi in un momento storico assai particolare per la nostra letteratura ed è, anche per questo, particolarmente benvenuta.
E’ presente nella tensione artistica di Bianchi l’apprezzabile esigenza di offrire al lettore degli spunti di riflessione fondati su un modo di relazionarsi con la contemporaneità molto diretto e concreto.
Al contempo, si rileva una non trascurabile disinvoltura nell’uso del sonetto, sebbene occorra all’autore, da un lato, limitare le note a piè di pagina, per rendere completa la sintesi espressiva dei versi, e, dall’altro, conferire un maggiore rilievo al significato non soltanto “geometrico” ca anche logico, narrativo e musicale della suddivisione tra quartine e terzine.
Lorenzo Gremigli