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“Su quella plaga azzurra” (canzoniere tabarkino)

5,00 

I canti popolari tabarchini si inseriscono nella tradizione popolare ligure che presenta numerose consistenti tracce musicali di provenienza popolare ligure che presenta numerose e consistenti tracce musicali di provenienza piemontese e toscana e sono giunti a noi da Tabarka.

Comprendono canti monovocali, polivocali ed il trallalero.

I canti monovocali e polivocali hanno un contenuto per lo più amoroso pur senza escludere il lamento.

Il più antico è costituito dalla Girometta di provenienza piemontese risalente al 500, la cui melodia ed i cui intervalli sono identici a quelli della trascrizione di Frescobaldi (Capriccio sopra la Girolmeta).

Di provenienza piemontese è anche “La pastora”.

I ritornello ed il trallalero sono prodotti tipicamente urbani al contrario dei canti precedenti che sono tipici dell’interno e nascono dal bisogno, connaturato al proprio carattere, della concisione che è tipica del ligure marittimo.

In essi si ammira la vivacità, lo spirito e la musicalità (E disette de Zeno, Cirullin, ecc.).

Le rime e le filastrocche destinate all’infanzia possono definirsi come una specie di musica parlata, delle cantinelle nelle quali prevale la tendenza al nonsenso come in “Careghetta d’ou”, “A rundia di Cuquilli”, “Ciove, baijin-e” ” Rundanin-a taitu a taitu”, ecc. tutte di origine antica e di provenienza tipicamente ligure anche se i testi hanno subito rilevanti cambiamenti nel corso del tempo.

Resta invece originale anche se frutto di un lavoro a giù mani e di influssi folcloristici di provenienza diversa il ballo tabarchino del quale si trascrive la versione originale in 9 parti e 14 figure curate da Pasquale Leone e da Rinaldo Aste e mai rappresentata.

Descrizione

I canti popolari tabarchini si inseriscono nella tradizione popolare ligure che presenta numerose consistenti tracce musicali di provenienza popolare ligure che presenta numerose e consistenti tracce musicali di provenienza piemontese e toscana e sono giunti a noi da Tabarka.

Comprendono canti monovocali, polivocali ed il trallalero.

I canti monovocali e polivocali hanno un contenuto per lo più amoroso pur senza escludere il lamento.

Il più antico è costituito dalla Girometta di provenienza piemontese risalente al 500, la cui melodia ed i cui intervalli sono identici a quelli della trascrizione di Frescobaldi (Capriccio sopra la Girolmeta).

Di provenienza piemontese è anche “La pastora”.

I ritornello ed il trallalero sono prodotti tipicamente urbani al contrario dei canti precedenti che sono tipici dell’interno e nascono dal bisogno, connaturato al proprio carattere, della concisione che è tipica del ligure marittimo.

In essi si ammira la vivacità, lo spirito e la musicalità (E disette de Zeno, Cirullin, ecc.).

Le rime e le filastrocche destinate all’infanzia possono definirsi come una specie di musica parlata, delle cantinelle nelle quali prevale la tendenza al nonsenso come in “Careghetta d’ou”, “A rundia di Cuquilli”, “Ciove, baijin-e” ” Rundanin-a taitu a taitu”, ecc. tutte di origine antica e di provenienza tipicamente ligure anche se i testi hanno subito rilevanti cambiamenti nel corso del tempo.

Resta invece originale anche se frutto di un lavoro a giù mani e di influssi folcloristici di provenienza diversa il ballo tabarchino del quale si trascrive la versione originale in 9 parti e 14 figure curate da Pasquale Leone e da Rinaldo Aste e mai rappresentata.

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