Descrizione
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La seconda serie del ciclo biennale “Arte a Volterra nel Novecento” è dedicata alla situazione contemporanea.
Il criterio di scelta è il medesimo: si è puntato sulle rilevanti presenze cui non sia stata sinora riservata, da parte di enti e ististuzioni, una qualche attenzione che ne segnalasse i valori e ne individuasse la posizione nell’ambito della cultura volterrana e, ovviamente, rispetto al più ampio contesto italiano.
Qui si vuole soltanto offrire l’occasione di un primo approccio al panorama locale, un’immagine criticamente fondata su cui innestare ulteriori contributi di studio ed espositivi.
Mi è parso importante aprire la breve panoramica sul contemporaneo con una mostra imperniata sull’Istituto d’Arte.
Sono molti, verosimilmente, gli artisti che hanno mosso i primi passi nelle aule dell’Istituto d’Arte o che vi hanno insegnato, e sarebbe interessante tentare un inventario. In questa mostra ne presento tre.
Il primo è Ennio Furiesi, volterrano. Egli è ststo per molti anni docente di laboratorio dell’alabastro. E’ un pittore di grande freschezza e serietà professionale, e non si direbbe certo che si tratta di un esordiente, poichè questa è la sua prima mostra personale, avendo da poco ripreso il rapporto, a lungo interrotto, con i pennelli.
Segue Stefano Tonelli, di Montescudaio. Quando giunsi all’Istituto come docente, sullo scorcio degli anni settanta, Tonelli si era diplomato da poco e frequentava il DAMS di Bologna. A scuola aveva lasciato una scia di notorietà, oltre che numerose “esercitazioni” che testimoniavano dei suoi talenti e me lo fecero conoscere prima di incontrarlo. Ho in seguito potuto ripetutamente apprezzarne il gusto e la versatilità, la capacità di fondere l’intelligenza critica e la fascinazione lirica.
Infine, il cascinese Massimo Villani, che ho avuto come alunno nel 1978, un anno scolastico memorabile in cui con Mino Trafeli e altri docenti seguimmo con una contagiosa prograssione di interesse e di coinvolgimento, la straordinaria “Azione vetrina” condotta da un gruppo di studenti, tra i quali Villani che fu anzi protagonista dell’evento.
Questi tre artisti hanno mondi e linguaggi diversi.
Rappresentano un piccolo campione della situazione contemporanea non di un luogo circoscritto per quanto civilissimo, quale Volterra, ma delle arti figurative tout cuort, delle quali rispecchiano la varietà dei proponimenti poetici e degli esiti formali.
Nicola Miceli